Ama e proteggi la vita
Iniziamo questo incontro ricordandoci di essere alla presenza di Gesù, poiché ha detto: ''Dove sono due o tre riuniti nel Mio nome, lì sono Io in mezzo a loro''. Accendiamo una candela segno della Sua luce, pregandoLo di accompagnarci durante questo cammino.
« Non uccidere » (Es 20,13).
« Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto [...]. Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio egli ha fatto l'uomo » (Gn 9,5-6).
« Non far morire l'innocente e il giusto » (Es 23,7).
Come appare scritto in tantissimi passaggi della Bibbia, la vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l'azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere direttamente un essere umano innocente.
Sì alla vita (3.30 minuti):
Eutanasia, suicidio e omicidio
Qualunque ne siano i motivi e i mezzi, mettere fine alla vita di persone handicappate, ammalate, depresse, o prossime alla morte è moralmente inaccettabile.
La nostra vita appartiene a Dio, poiché è Lui che ce l’ha donata.
Noi siamo tenuti a riceverla con riconoscenza e a preservarla per per la salvezza delle nostre anime. Siamo amministratori, non proprietari della vita che Dio ci ha affidato. Non ne disponiamo.
La solitudine nella sofferenza è la principale causa per la quale le persone ricorrono all’eutanasia. Le persone che si sentono amate e confortate anche durante la sofferenza e la malattia, si trasformano esse stesse in un bene prezioso per tutti quelli che li accudiscono e se ne prendono cura con amore e fatica.
Ci sono delle sofferenze così inspiegabili e assurde, che possono effettivamente portare le persone a chiedersi quale possa essere il senso di tutto ciò e umanamente si può dubitare sull’inaccettabilità dell’eutanasia, anche perché alcune volte il limite tra eutanasia e accanimento terapeutico è molto sottile e si fatica a comprendere la differenza tra i 2.
Lo scoraggiamento e la delusione davanti ad una malattia che avanza inesorabile, può giustificare il porsi dubbi e domande, ma non giustifica l’atto di uccidere volontariamente una persona che sta soffrendo.
L’arma del cristiano consiste nel dare fiducia all’Amore di Dio al di là di tutto e pregare, affidandosi alla sua volontà. Una fiducia che non deve crollare davanti a niente, la stessa fiducia che ha avuto Giobbe….
L’accanimento terapeutico
La Chiesa cattolica definisce l’accanimento terapeutico come “procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi”. In questo caso è lecito non procedere con queste cure mediche che non hanno alcuna speranza di far guarire o migliorare la condizione del paziente.
A decidere del rifiuto dell’accanimento terapeutico dev’essere il paziente, se ne ha ancora competenza e capacità, oppure chi ne ha legalmente il diritto, “rispettando sempre la ragionevole volontà e gli interessi legittimi del paziente”. Ecco perché quando San Giovanni Paolo II, sul letto di morte ha chiesto di essere lasciato libero di “andare dal Padre”, è stato gradualmente accompagnato alla morte evitandogli un accanimento terapeutico ormai inutile.
Papa Francesco parla a oltre 5'000 medici: aborto e eutanasia, falsa compassione (2 minuti)
abuso di sostanze nocive
La vita e la salute fisica sono beni preziosi donati da Dio. Dobbiamo averne ragionevolmente cura, tenendo conto delle necessità altrui e del bene comune.
L'abuso dei cibi, dell'alcool, del tabacco, delle droghe e dei medicinali sono causa di gravissimi danni alla salute e alla vita umana e coloro che, in stato di ubriachezza o per uno smodato gusto della velocità, mettono in pericolo l'incolumità altrui si rendono gravemente colpevoli.
La canapa crea nel fumatore l’impressione di una sensibilità emotiva molto più ampia su alcuni aspetti, ma vi è un rovescio della medaglia, questa alterazione emotiva
non naturale, impedisce in seguito di percepire le emozioni nel modo naturale. Infatti i genitori dei ragazzi che fumano canapa, non riescono più ad interagire con loro a livello emotivo e questo è un aspetto molto grave che viene trascurato
e del quale se ne parla poco. La forza dell’amore famigliare, passa proprio attraverso le emozioni, le emozioni permetto di capire gli errori e crescere. Un ragazzo che resta insensibile davanti
al pianto di una madre, è un ragazzo perso, confuso, distrutto e il genitore perde ogni possibilità di aiutarlo, resta impotente. Il neuroscienziato cognitivo più famoso al mondo per quel che concerne le emozioni, Antonio Damasio
ha notato che i suoi pazienti che per cause di malattia o incidenti, non erano più connessi al sistema emotivo, non riuscivano più a scegliere e prendere anche la più minima decisione. Anche davanti a domande semplici come se preferivano
l’appuntamento medico al giovedì o al venerdì, non sapevano rispondere, poiché l’essere umano prende le sue decisioni anche più banali, senza rendersene conto, sempre e solo valutando e soppesando emotivamente ogni aspetto
di ogni questione. Per questo i fumatori di canapa, avendo il sistema emotivo compromesso, fanno fatica a decidere cosa per loro è meglio o peggio e tutto diventa ugualmente indifferente. Perdono il gusto della vita, del bene e del male, entrano in
apatia e cadono in depressione. Tutto questo accade perchè il sistema emotivo non riesce più a funzionare normalmente. L'insensibilità emotiva, li porta anche a diventare, aggressivi e maleducati, offendono e insultano i genitori
senza più percepire emotivamente il loro dolore. Quando la canapa "entra in una famiglia", porta solo grandi dispiaceri e sofferenze, perchè penalizza fortemente anche i rapporti tra genitori e figli (il bene più prezioso
dell'essere umano assieme alla salute).
Il declino sociale
Troppi peccati (cioè mancanze di vero Amore che imprigionano l'essere umano non permettendogli di raggiungere la vera felicità) sono diventati dei diritti legalizzati: l’aborto un diritto, l’eutanasia un diritto, la canapa un diritto, ogni tipo di sessualità un diritto. Tutto quello che serve per addomesticare le nuove generazioni, ad ammansire la loro capacità di pensare affinché sia facilitata l’adesione al pensiero unico dominante, ad affievolire il desiderio di “lottare per un mondo migliore”, a indebolire, domare, anestetizzare la forza di volontà e l’energia degli ideali alti sono stati spacciati per diritti.
Tutte le dipendenze producono schiavitù, una volta divenuti schiavi di una o più dipendenze, l’intera vita sarà sottomessa alla loro soddisfazione compulsiva e tutto il resto non avrà più nessuna importanza, milioni di cittadini ammaestrati ad essere burattini nelle mani di un burattinaio che li odia e non vuole altro che la morte e la divisione dell’essere umano. Divisi prima di tutto dentro sé stessi, perché le strade contrarie alle leggi di Dio, sono strade di sofferenza, che non permettono all’uomo di elevarsi e comprendere.
Una società che non protegge la vita a partire dai più piccoli, deboli e indifesi, è una società contraria all’uomo e fin quando ogni essere umano non si ribella a tutti questi falsi “diritti” di morte e rinnova la sua fiducia a Dio e alle Sue leggi d’Amore, saremo tutti assieme dei perdenti e degli sconfitti. Dobbiamo imparare a non più fidarci dei limitati ragionamenti umani, che non vedono più lontano del proprio naso e imparare a fidarci nuovamente di Dio. Un bambino con la sindrome di Down può portare tantissima felicità in una famiglia, proprio attraverso a molte più difficoltà che danno un senso alla vita e rafforzano il carattere di tutti i suoi fratellini. Mentre i figli “perfetti”, con tanti soldi a loro disposizione, calcolati in numero preciso, al momento desiderato, del sesso desiderato ecc..ecc.., possono trasformarsi nella sofferenza di tutta la famiglia e di loro stessi per primi, viziati, pieni di pretese, irrispettosi, senza valori, egoisti, soli, ecc... Troppe volte "si fanno i conti senza l’oste" (è un proverbio), si abortisce un bambino perché gli manca un arto e domani ci si ritrova un figlio paralitico perché ubriaco è andato a schiantarsi contro un albero.